SFRATTO CELESTE

10lug21:00Evento passatoSFRATTO CELESTEUn appartamento qualunque, in una città che cambia pelle. Due uomini resistono, ostinatamente. Fuori, lampeggia la polizia. Dentro, una casa diventa rifugio, baluardo, trincea.

Dettagli Evento

Anteprima nazionale

drammaturgia e regia di Sara Sole Notarbartolo

con Marco Palumbo e Fabio Rossi

voci fuori campo: Francesca De Nicolais, Peppe Papa

costumi: Gina Oliva 

produzione Taverna est teatro

Un appartamento qualunque, in una città che cambia pelle.
Due uomini resistono, ostinatamente.
Fuori, lampeggia la polizia. Dentro, una casa diventa rifugio, baluardo, trincea.

“Sfratto Celeste” è una parabola intima e surreale sull’inesorabile meccanismo della gentrificazione. Una riflessione scenica sugli spazi che si svuotano di senso e si riempiono di lusso, sugli ultimi che vengono spinti via, letteralmente cacciati dalle loro case, perché “inadeguati”, “non allineati”, “non redditizi”.

In scena, Matteas e Beraghi: due individui marginali, poetici, buffi, stralunati, caratterizzati da molte cose ma soprattutto da un deficit cognitivo che non riusciamo a comprendere  del tutto  L’uno emotivo, impulsivo, affamato di senso. L’altro, intellettuale disilluso, rifugiatosi in un mestiere tecnico per sopravvivere alla propria lucidità. Insieme abitano un microcosmo che è tutto ciò che resta loro: un appartamento degradato, un interno che pulsa di vita fuori norma.

Ma il tempo stringe. L’avviso di sfratto incombe. E con esso, l’avanzare di un mondo che non contempla più i fragili, i lenti, i visionari.
Il loro sfratto è “celeste”, come un decreto divino, come una punizione inflitta dall’alto. Un’uscita di scena non negoziabile, figlia di una logica urbana spietata, che normalizza gli spazi, espelle i corpi non conformi e ridisegna i quartieri per chi può permetterseli.

Eppure Matteas e Beraghi resistono. Con tragicomica ostinazione.
Con poesia.
Con umanissima ostilità.

note di regia

“Ho iniziato a scrivere Sfratto durante il lockdown, quando il desiderio di uscire era incontenibile. I miei personaggi, invece, volevano restare.
Due esseri fuori sincrono con il mondo, due creature poetiche e buffe che difendono il loro spazio, la loro tana.
Lo ‘sfratto celeste’ che subiscono è la metafora di uno sgombero universale, imposto a chi non trova più posto nella narrazione dominante delle città.
Un mondo in cui la realtà stessa si fa inospitale per chi non produce, non si adegua, non partecipa.

Come dice Beraghi: ‘È vero, ho delle turbe psichiche, ma ho anche il controllo della situazione”

 Sara Sole Notarbartolo

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Ora

10 luglio 2025 21:00(GMT+01:00)

Location

Real Orto Botanico di Napoli

Via Foria, 223

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