“Il Natale che vorrei…”, vuole raccontare i tesori di arte e tradizioni che questa città custodisce nello scrigno di vicoli, palazzi e monumenti. Il centro storico di Napoli rappresenta un crocevia in cui la tradizione e le radici storiche della città incontrano la molteplicità di culture e appartenenze diverse. Nel ventre cavo di questo quartiere si sono sedimentati secoli di storia che fertilizzano i nuovi fermenti. Eppure, in questa polifonia caleidoscopica, Napoli riesce a conservare la sua solida ed inconfondibile identità. Snodandosi lungo la direttrice del Decumano inferiore, il programma di eventi racconterà il legame della città con la ritualità e con la tradizione, la sua capacità di accogliere la diversità e farla diventare valore aggiunto, la creatività che porta linfa sempre nuova ai sentieri millenari della memoria. L'iniziativa è realizzata con il contributo del Comune di Napoli nell'ambito del progetto 'Altri Natali'

9|12
Novene e favole di natale
Teatro Il Pozzo e il Pendolo, Piazza san Domenico maggiore 3, Napoli – ore 20.00
18|12
in nome della madre
Teatro Il Pozzo e il Pendolo, Piazza san Domenico maggiore 3, Napoli – ore 12.00
23|12
quanno nascette ninno
Chiesa del Gesù Vecchio, Via Giovanni Paladino, 38 Napoli – ore 21.00
27|12
concerto di natale
per zampogna, ciaramella e sordellina
Chiesa dell’Incoronatella della Pietà dei Turchini, via Medina 19, Napoli – ore 19.00
28|12
sogno di natale
Chiesa del Gesù Vecchio, Via Giovanni Paladino, 38 Napoli – ore 21.00
30|12
la tombola dei fantasmi
Teatro Il Pozzo e il Pendolo, Piazza san Domenico maggiore 3, Napoli – ore 12.00
Novene e favole di natale
I volti, le storie e i misteri della tradizione natalizia. Liberamente ispirato alle favole di Natale di Giovan Battista Basile.
Con Gennaro Monti, Sonia De Rosa, Francesco Viglietti, Davide De Rosa. Regia di Gennaro Monti
Siamo nel cuore pulsante del Natale: “la novena”. Raccontiamo i nove giorni che preparano alla festa per la nascita del Redentore. Lo facciamo fondendo racconti e preghiere di tradizione orale a cenni storici e frammenti di testi che tangono la religione. La potenza del “credo popolare”, la necessità ancestrale dell’uomo di ancorare lo scorrere del tempo alla scansione liturgica e rituale, si unisce alla solennità in un percorso nuovo. Perché il passato è un cuore pulsante capace di pompare linfa vitale che fertilizza il futuro. Ipotizzare uno spettacolo radicato in un tessuto socio culturale, nel quale la trama del passato si intreccia con l’ordito del futuro, rappresenta una sfida impegnativa, ma entusiasmante. Significa potersi ancorare alle salde radici di una tradizione secolare che alimentano un crogiuolo di fermenti innovativi.
Napoli è una città sedimentaria che propone uno strato per ogni epoca mantenendo il genius loci, nel tempo è cambiata in superficie riuscendo però a conservare una costanza negli elementi fondamentali. Nei secoli, non si è demolito e ricostruito. Si è sepolto e riedificato o si è aggiunto e arricchito il preesistente. Il sottosuolo, le strade, gli edifici laici e quelli sacri non sono, però, solo uno scrigno di tesori che custodisce intatte istantanee della città nei secoli, sono testimonianza tangibile del rapporto di questo territorio con la memoria.
Anche la scelta di rappresentare questo spettacolo fuori dal perimetro tradizionale di una sala teatrale, scegliendo una chiesa del cuore del centro storico è una scelta precisa.
Una cornice sacra, come sacro è il Natale, non solo come festa liturgica, ma come simbolo di una rinascita che è foriera di salvezza.
in nome della madre
Di Erri De Luca
“Nessuno ha torto, Miriàm. Il fatto è che tu sei la più speciale eccezione e loro non hanno cuore sufficiente per intenderla e giudicarla. È una faccenda che ha bisogno di amore a prima vista, mentre loro si ingarbugliano sui codici, le usanze. Per loro tu sei pietra d’inciampo, per me sei la pietra angolare da cui inizia la casa.”
Con Paolo Cresta e Giulio Martino
La storia del Salvatore inizia infatti ben prima della sua venuta al mondo, nel momento in cui, in un soffio di vento, una giovane promessa sposa si scopre gravida, dopo un annuncio di cui non ricorda bene le parole – che tornano come echi vaghi, travolti dalla dimensione molto più concreta, carnale, di un figlio che cresce nel grembo.
Miriàm racconta in prima persona la sua gestazione inattesa. Perché gli angeli, quando si presentano sulla terra e poi se ne vanno, “lasciano un dono e pure una mancanza”. La vicenda acquista dunque una dimensione umanissima, incentrata sul tema della femminilità riscoperta attraverso la maternità: “problematici di questa maternità: per una giovane donna ebrea, non ancora sposata, un figlio al di fuori del matrimonio è causa di immediata condanna, di esclusione sociale.
La storia universale dell’avvento del Redentore raccontata da tre prospettive diverse : quella di Miriàm, quella della comunità, pettegola e maldicente, e quella di Iosef, retto, onesto, incrollabile, che si fa portatore di un messaggio di fede e d’amore contrapposto alla miope rigidità della legge. Iosef crede a Maria, e alla visione dell’angelo. Iosef non cede alla paura, naturale e immediata, che lo vorrebbe far fuggire, per restare accanto alla donna che sposerà comunque, accettando il prezzo che deve pagare chi viola le regole non scritte della pubblica convenienza.
Ma nell’intreccio di voci quella che si leva alta e solenne su tutte è quella della vergine eletta a madre dal disegno divino: Maria si fa donna nel suo diventare madre, e questo le dà una forza inaspettata, quasi sovrumana, tale da permetterle di contrattare con il suo Dio, nel momento della nascita del figlio. Perché in quella prima notte, nella minuscola stalla, la giovane è sola e il bambino che viene al mondo le appartiene, forse soltanto per quelle poche ore. “Ma finché dura la notte, finché la luce di una stella vagante è a picco su di noi, noi siamo i soli al mondo.” E in quella notte, libera dal presentimento del futuro,a Miriàm è concesso di essere madre di suo figlio e non del figlio di Dio.
quanno nascette ninno
Di e con Maurizio de Giovanni
e con Marianita Carfora, Giacinto Piracci, Umberto Lepore e Francesco Desiato
La magica storia del presepe raccontata dall’ambasciatore della cultura napoletana nel mondo. Un viaggio di parole musica e suggestioni in uno scrigno prezioso, nel cuore del centro storico.
Nella navata principale della basilica del Gesù vecchio le parole di un grande autore evocano la magia del presepe mentre, cinquanta metri più avanti, i pastorari di San Gregorio Armeno, quella magia la modellano nella creta. E tutto intorno la notte, con il buio che scende sulla città e le luci che risalgono dal porto fin sulla montagna, trasformando Napoli in un immenso presepe che palpita di vita.
“Così è tutta la città, migliaia di piccole finestre illuminate, apparentemente uguali tra loro e invece ognuna con una sua storia, una sua famiglia, un suo dramma”: un immenso presepe, su tre livelli, come tradizione comanda: c’è chi racconta, c’è chi piange e c’è chi ama.
concerto di natale
per zampogna, ciaramella e sordellina
a cura dei maestri del museo della zampogna di Villa Latina
Questo concerto vuole essere un percorso immaginario attraverso suoni, melodie e versi tramandati da una secolare tradizione della quale gli zampognari sono l’emblema. Uno spettacolo musicale che rievoca lo straordinario incontro tra musica liturgica, pastorali per organo, musiche natalizie e cultura pastorale, proponendo sia repertori di tradizione zampognara che repertori scritti da grandi musicisti viaggiatori incantati dalle suonate degli zampognari,
Come i grandi musicisti del passato hanno trascritto le melodie zampognare per organo o pianoforte, così il progetto propone una rivitalizzazione organologica, rielaborando le stesse partiture riadattandole per zampogna e ciaramella. È una sorta di viaggio all’indietro per cercare di carpire le affascinanti melodie generate da questi tipici strumenti pastorali. Furono molti i musicisti famosi che composero per organo delle musiche denominate “pastorali”, caratteristiche del periodo natalizio, chiamate così proprio per la loro particolarità di tentare di imitare ed evocare il tipico suono pastorale emesso dalle zampogne. Accanto alle zampogne di matrice popolare anche la Ciaramella e soprattutto la Sordellina, massima espressione della raffinatezza musicale e tecnologica delle zampogne, che divenne lo strumento della Corte di Napoli dapprima e poi della Corte dei Medici e della Chiesa.
Un concerto di Natale che fa centro sul valore della memoria, e utilizza il passato come la chiave per spalancare le porte del futuro.
sogno di natale
Da Luigi Pirandello e Dino Buzzati
Con Rosaria Di Cicco, Gino Rivieccio, Francesco Desiato
Natale è il “grande armistizio universale”, lo stacco dalla quotidianità, il giorno sereno che rompe con le abitudini carogne. Ma anche la metafora della vita che passa. E il simbolo dei valori del buon tempo andato.
Abbiamo provato a raccontare il Natale attraverso due grandi autori del ‘900, Luigi Pirandello e Dino Buzzati. Due voci, limpide, dissacranti, geniali, capaci di smascherare il buonismo travestito da bontà che spesso si accomoda, come ospite non gradito, intorno alle grandi tavolate familiari che la tradizione prescrive.
E condotti per mano dalla prosa, a tratti feroce a tratti dolente di Pirandello e Buzzati, saremo costretti a guardare negli occhi peccati e debolezze, meschinità ed egoismi che nemmeno il giorno più santo dell’anno riesce a tenere a bada.
La penna di due grandi scrittori per raccontare un Natale come pochi hanno il coraggio di raccontare , il talento di due grandi interpetri per trasformare quelle parole in teatro
la tombola dei fantasmi
Con Marianita Carfora, Andrea De Rosa, Marco Palumbo, Peppe Papa
Le storie e le canzoni dello spettacolo “Andar per Fantasmi”, parole e musica dell’antica tradizione partenopea.
Racconteremo di Munaciello, Cola Pesce, della Bella Imbriana, di Re Nasone, la leggenda dell’Uccello Grifone, delle Gazze della Pignasecca e la storia di Maria D’Avalos.
E sulle note di Ciaola, Passione, La Carmagnola, Serpe a Carulina, Fenesta Vascia le storie segneranno il passo di questo viaggio nella memoria.
Presi per mano da una compagnia di guitti d’altri tempi partiremo per un viaggio immaginario tra ombre, storie e leggende perse nella nebbia del passato.
I personaggi di questo spettacolo hanno un’eternità da raccontarvi…. se vorrete ascoltarli.